Conosco un posto che mi piace

Il Testardo Locanda atipica

dettagli dal Testardo

Parafrasando la canzone di Cremonini il posto che mi piace è un “Mondo” al quale bisognerebbe assolutamente dedicare una serata;

Stanca della routine settimanale, un giovedì decido di concedermi un regalo ed uscire a cena al porto di Baia. Ero già stata qui diversi anni fa quando la scritta che campeggiava sulla porta se non ricordo male recitava “Cruderia” da un po l’insegna è cambiata ma anche, quello che mi ha incuriosito dalle foto sui social, i dettagli d’arredo.

insegna

Già dall’ingresso, il banco dei crudi sulla sinistra, con un professionista dedicato onnipresente, annuncia il concept, la vista prosegue con le cantinette dei vini un iniziale biglietto da visita insieme al sorriso di benvenuto dell’esperto sommelier di sala Pietro Amato; i banconi a sinistra e alcuni tavolini posti sotto le pareti a destra formano un piccolo corridoio. Lo sguardo è portato a guardare davanti oltre l’ingresso di quello che si anticipa come un giardino segreto.

Chi mi accoglie alla porta mi cede il passo per introdurmi nella promessa anticipata, ed ecco sono di nuovo all’aperto, o forse no, questo dehor semicoperto da teli, volte, lucine non è un semplice spazio all’aperto per la calura estiva ma un non luogo da vivere tutto l’anno sapientemente riscaldato da grandi stufe disposte ad integrazione di un arredo insolito, vintage ma non comune, ogni seduta, ogni tavolo è personalizzato ed io mi ritrovo a non sapere scegliere e decidere qual’è il tavolo migliore. Ah! già! Avevo prenotato per l’interno, volevo proprio passeggiare sui vetri del pavimento che svelano una originale cantina sotterranea. Cenare sospesa su bottiglie che riposano attendendo il loro turno è per me sempre l’unica scelta!

dettaglio dell’interno

L’interno è ancora, se possibile più affascinante e misterioso, le pareti nude, le lampade soffuse ed i dettagli in rame personalizzati rendono il posto intimo e rilassato. Anche il personale di sala asseconda l’incanto con un fare discreto ed elegante, non c’è reverenza nella locanda del testardo, l’atmosfera è intima, calda ed accogliente, ti senti sereno e nel tuo posto, dove vorresti restare più tempo possibile.

dettagli interni

Luigi in sala ci fa accomodare, lo riconosco, mi riconosce, sta frequentando il corso per diventare sommelier, mi spiega che Pietro e Luca ci tengono molto alla preparazione del personale e lui è stato felice di accogliere l’opportunità. Ci porge il menù, lo spiega, risponde alle nostre domande, si allontana discreto. Arriva Pietro, carta dei vini : “Lascio fare a voi immagino, ma se avete bisogno ci sono”

dettagli interno

Il Menù si apre con un po di storia della produzione di ostriche nel lago Lucrino e poi la carta della selezione di ostriche con note di degustazione che aiutano la scelta, a seguire l’elenco dei crudi, carpacci, tartare, battuti, e poi frutti di mare anche le carnummole i particolari limoni di mare dal gusto estremo, la lista dei vari antipasti cotti e anche qualcosa che non preveda il mare, quattro o cinque primi solo secondo la stagionalità e i secondi con pescato fresco, non ci sono i dolci, quelli, fatti in locanda, meritano di essere decantati uno per uno alla fine dal personale di sala.

entree

Se la scelta di tutto questo è difficile è possibile eleggere un menù degustazione ed affidarsi completamente alla cucina, cosa che io faccio volentieri.

Non è un ristorante di lusso, quello che si preannuncia come locanda ha mantenuto il patto con il cliente; 55 euro il menù di cinque portate e 75 con i vini abbinati.

dettagli del servizio

Giusto, i vini! La carta è ben centrata, primo sguardo ai Campi Flegrei, io apprezzo sempre questo taglio, poi il territorio Campano con delle chicche ed un occhio anche al bio, eccellenze italiane, e gli immancabili francesi. Tra le cose che preferisco, i prezzi più che onesti, la possibilità di portare a casa la bottiglia non finita, prospettiva irrimediabilmente impossibile per me, e le annate delle bolle e dei bianchi indietro di almeno qualche anno, proprio come si dovrebbero degustare al meglio grandi vini.

bollicina millesimata brut 2013

Alla fine della serata, ringrazio per questa perla della ristorazione presente sul porto di baia, vedo crescere questo tesoretto sotto la sapiente guida di Luca Esposito “Il Testardo”, vorrei chiedergli come mai questo soprannome, ma il motto della sua cucina è “Ostinatamente Buono” pertanto immagino domanda superflua, forse.

Lo intravedo dalla cucina ad un apertura di porta, sarebbe per me un delitto disturbare. Tutta la brigata indossa delle bandane intorno alla fronte come a ricordare dei sushi chef ma ancor di più dei pirati con grinta e fame di gusto e bellezza intrisi del saper fare partenopeo, flegreo, campano.

Lascio il mio tavolo, mi guardo ancora intorno, vorrei portare con me il ricordo di tutti i particolari, le foto non bastano, nel dehor mi accorgo di un angolo semiraccolto, lo hanno chiamato il giardino di inverno. Credo che dal Testardo dovrei tornare con sei, otto amici per conquistare quelle sedute, poi rifletto che il tavolo di stasera e quella atmosfera sono qualcosa di estremamente romantico da fare colpo ad appuntamento per due, mi accorgo ancora che di giorno, qui non ci sono mai venuta. Penso che tornerò, forse più volte, penso dovresti farlo anche tu…

credits @cosimoorlacchio

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